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da admin | Giu 22, 2019 | Non categorizzato
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I l 15 dicembre con immensa gioia e profonda gratitudine la invochiamo Venerabile, seguendo con amore le sue orme.
L a notte riceve l’unzione degli infermi, La Madre Generale, Madre Cherubina Camerata è alla sua destra e prega, ma vinta dalla commozione, resta in silenzio; se ne avvede l’inferma e rimasta sola con lei: “Madre Generale – le disse – mi pare molto afflitta, al suo posto bisogna saper nascondere le lacrime: in comunità ognuna ha i propri affanni e la superiora, come la madre nella famiglia, deve comprendere quelli di tutti e nascondere i propri. Il dono più grande che potrà fare alle sue figlie sarà sempre la pace e la serenità. Il suo sorriso sarà come un’ondata di luce nelle loro anime; le suore, nella vita di rinuncia e di donazione che quotidianamente da loro si richiede, ne hanno bisogno. La nostra bontà deve loro ricordare quella del Signore; solo cosi apriremo il loro cuore al bene e lo spingeremo verso il cielo… c’è tanto bisogno di bontà sulla terra… diamone tanta… finché possiamo.”
Nella notte del 21 dicembre del 1894 la traversata è finita, sente che i passi dello Sposo si avvicinano, il suo cuore trema di felicità mentre l’ultimo sguardo cerca il Crocifisso, ma il Risorto, l’Amore della sua vita le è davanti, in tutta la Sua luce.
Nell’agosto è colpita da paralisi intestinale e comincia a declinare lentamente, ma dimentica di sé, ha un sorriso per tutte e tanta premura per la salute delle sue figlie. Continua a raccomandare loro la carità vicendevole e lo zelo per le anime, poi, vedendole piangere per l’aggravarsi delle sue condizioni, chiede con materna tenerezza: “perché piangete? La morte è un dono di Dio e ci permette di goderlo in Paradiso, io vi precedo. Osservate le regole e fate tanto bene alle fanciulle, specialmente alle più povere. Scegliete l’ultimo posto sulla terra e avrete il primo nel cielo.”
Madre Elena Bettini, ormai avanti negli anni, chiede ripetutamente di essere sostituita nel compito di guida dell’Istituto e quando avviene, nel 1892, il suo cuore trabocca di gioia e si sta inginocchiando davanti alla nuova Superiora Generale che l’abbraccia con infinita gratitudine: è Madre Cherubina Camerata che, fin da bambina, ha respirato a pieni polmoni lo stupore di un Carisma, incarnato nella sua Madre e maestra Elena Bettini.