Testimonianze Giovanili

Il desiderio che mi abita ancora

Mi chiamo Sr. M. Joby, provengo da un piccolo paese dell’India nel Kerala; prima di tutto ringrazio il Signore per il dono della mia vita. Ho avuto la grazia di nascere e vivere in una famiglia profondamente religiosa, che partecipa attivamente alla vita della comunità parrocchiale. Ricordo che da bambina andavo sempre dalla mia nonna che, con tanta premura e saggezza, mi ha aiutata a crescere nella fede; spesso mi raccontava la storia dei santi per dimostrarmi tutta la bellezza di seguire Gesù.

La citazione biblica che mi ha accompagnata costantemente nella vita è questa: “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta della nazione”. (Ger1,5) L’ ho portata sempre nel cuore e pian piano ha suscitato in me un inappagabile desiderio di consacrare la mia vita a Dio, nel servizio ai fratelli e alle sorelle che più hanno bisogno di aiuto.

Dopo aver finito gli studi ho confidato ai genitori la mia vocazione. Loro sono stati contenti della mia scelta, mi hanno incoraggiata a seguire la strada del Signore con liberta e fedeltà, sia nella gioia che nel dolore, e mi hanno assicurato la loro preghiera e benedizione.

Il 10 giugno del 2001 ho iniziato il percorso formativo nella comunità del Kerala tra le Figlie della Divina provvidenza. A poco a poco ho sperimentato l’amore infinito di Dio che mi accompagna sempre, specialmente nei momenti più difficili e questa esperienza mi ha indotta a lasciare tutto per realizzare il sogno della mia vita: seguire Gesù.

Durante il secondo anno di noviziato ho fatto un’esperienza che mi ha fortificata nella mia scelta vocazionale e mi ha aperto tutta la bellezza del Carisma della mia Congregazione: ero a Palamaner con i poveri e i malati, con i piccoli e gli ultimi, leggevo spesso la biografia della Ven. Madre Elena Bettini, nostra fondatrice che mi trascinava con il suo esempio di generosità sino all’abbandono totale alla Provvidenza del Padre, il suo slancio nel porre tutti i suoi talenti a servizio dei più poveri e dei più piccoli, per dare voce a chi è senza voce. Nel 2006 ho fatto la mia prima professione. Cresceva in me il desiderio di diventare infermiera per prendermi cura di tutti in maniera anche professionale, ma la volontà di Dio ha portato altrove la mia vita e gli studi fatti per assistente sociale mi sono di altrettanto aiuto nella mia missione.

Attualmente sono in Italia, nella comunità di Bocchignano che accoglie le persone anziane e sono felice di spendere la mia vita accanto a loro. Ringrazio di cuore il Signore che mi ha chiamata a servirlo più da vicino, nella gratuità e nell’amore. Lo ringrazio per le tante opportunità di crescita che mi ha offerto, dimostrandomi che la vita religiosa non è un “lasciare” ma un “trovare” e lo stupore delle sue sorprese rende bella la vita.

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